08 gennaio 2024

⚖️ LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA LA REGIONE SICILIANA

 


Come affermato in seduta pubblica all’ARS dall’Assessore Falcone, in occasione della presentazione della proposta governativa della Finanziaria, in discussione in questi giorni, quanto partorito dal governo regionale e proposta all’ARS era il meglio degli ultimi 20 anni. 

In commissione però maggioranza ed opposizione hanno falcidiata la proposta, qualcuno come l’On. De Luca ne ha svelato magagne e retroscena, ed infine la finanziaria partorita è stata stravolta con diverse centinaia di emendamenti al punto che il Governo, al netto di alcuni articoli, è stato costretto alla formulazione in un maxi emendamento, necessario a blindare la maggioranza sempre in bilico, che dovrebbe essere oggetto di discussione ed approvazione nella settimana dall’8 al 12 gennaio. In difetto dovrà andarsi ad esercizio provvisorio.

Ma mentre si sta per entrare nel vivo della discussione ecco arrivare una ennesima tegola. Una bacchettata della Consulta, che ancora una volta, accogliendo un ricorso delle sezioni riunite della Corte dei Conti, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma con la quale la Regione siciliana aveva destinato 29 milioni di euro all’Arpa (Agenzia Regionale per l’Ambiente) prelevando le risorse dal fondo sanitario regionale.

La Consulta, dopo avere ricordato un’altra sentenza che dichiarava l’illegittimità costituzionale di una seconda norma, quella che attribuiva all’Arpa la qualifica di “ente del settore sanitario”, ricorda che la Regione Siciliana “è sottoposta ai vincoli del piano di rientro dal disavanzo sanitario”. Di conseguenza “nel suo bilancio – si legge – non possono essere previste spese sanitarie ulteriori rispetto a quelle inerenti ai Livelli essenziali di assistenza”. Conseguentemente non sarebbe legittimo il finanziamento con le risorse destinate ai Lea. Infine, richiamando quanto sentenziato dalla Corte dei conti la Consulta afferma che le funzioni spettanti all’Arpa “sono solo in minima parte riconducibili a quelle sanitarie ‘strictu sensu’.

Anche se la notizia di per sé potrebbe lasciare indifferenti i non addetti ai lavori il nodo della questione si riflette sul bilancio e sulla Finanziaria in discussione all’Ars, oltre che sui rendiconti precedenti, che andranno corretti, ed il  governo potrebbe vedersi costretto a spostare la spesa per l’Arpa dal Fondo sanitario ai fondi ordinari, intaccando l’impianto della manovra che, invece, sembrava al riparo da imprevisti. 

Al netto della notizia, che non è altro che l’ennesima bocciatura all’attività legislativa messa in atto all’ARS, il tema riveste una notevole importanza in relazione ad un caso analogo in discussione all’ARS proprio in questa Finanziaria. L’attribuzione del CEFPAS dello status di Ente del Servizio Sanitario Regionale.

Il CEFPAS, come l’ARPA,  svolge solo in minima parte attività riconducibili a quelle sanitarie ‘stricto sensu’ e certamente non contribuisce direttamente al raggiungimento e mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza. Nonostante questo, in ragione della circostanza che dovrebbe occuparsi prevalentemente di formazioni professionale rivolta al personale sanitario della Regione Siciliana viene finanziato, fin dall’istituzione, con le risorse dal fondo sanitario regionale. 

Le Governance che si sono succedute, e l’ultima in particolare, hanno gestito il CEFPAS come un ente del Servizio Sanitario Regionale in ‘strictu sensu’, applicando addirittura il CCNL della Sanità Pubblica, avvalendosi di prerogative non proprie dell’ente, creando un caso politico vero e proprio che è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari e di denunce al vaglio delle autorità competenti.

Alla luce della recente sentenza della Consulta oggi due sono i nodi da affrontare. Il primo come porre rimedio alla bocciatura della Consulta per le tematiche riguardanti l’ARPA ed il secondo valutare attentamente se approvare la norma che vorrebbe il CEFPAS trasformato in ente del Servizio Sanitario Ragionale. 

Infatti valutando la questione per analogia la trasformazione del CEFPAS proposta dal Governo regionale, dietro pressioni principalmente di una parte di Forza Italia, è fortemente a rischio bocciatura, anche se in presenza di un parere sibillino, possibilista, reso dal Ministero della Salute. Ma ancor di più se si dovesse approfondire la questione presso la Consulta anche il finanziamento del CEFPAS con le risorse dal fondo sanitario regionale potrebbe essere a rischio, con inevitabili ricadute negative ulteriori sul Bilancio della Regione Siciliana.

Alla luce di questa ultima sentenza, ma anche tenuto conto della circostanza che la votazione sulla finanziaria sarà con voto palese, e non segreto come chiesto da Gianfranco Miccichè, ci sentiamo di suggerire al Governo regionale ed ai parlamentari regionali tutti di stare molto attenti. Il loro voto palese sancirà inequivocabilmente le responsabilità, in primis contabile, che potrebbero derivarne. E forse non è saggio che per accontentare i desiderata di alcuni scalmanati di FI, più interessati a soddisfare interessi personali e familiari, ci si faccia trascinare in qualche giudizio di responsabilità che potrebbe arrivare anche a distanza di diversi anni dalla votazione.

Meditate cari nostri parlamentari, meditate bene. Potreste trovarvi tra capo e collo, all’improvviso, coinvolti in un gravoso giudizio di responsabilità, il cui rischio peraltro, in più occasioni, abbiamo profetizzato.

Quindi buon lavoro all’Assemblea Legislativa più antica della Storia.

 Noi vi abbiamo avvertito.