09 gennaio 2024

🆓 L'INFORMAZIONE "CANE DI GUARDIA DELLA DEMOCRAZIA" IL RICORDO DI PIPPO FAVA

«Con 5 colpi di pistola alla testa, 40 anni fa, la mafia uccideva Pippo Fava, giornalista ed intellettuale a tutto tondo, innamorato perdutamente della Sicilia e della sua Catania, che fece del giornalismo uno strumento di verità, di libertà e di servizio alla democrazia, svelando, con onestà e coraggio, gli oscuri intrecci politico- economico-mafiosi.
La testimonianza di Pippo Fava è quanto mai attuale di fronte ai tentativi di ridurre il giornalismo a narratore del potere, al servizio del potere, espropriandolo dalla sua funzione di “cane da guardia della democrazia”.
Voglio ricordarlo, allora, con queste parole che rappresentano, forse, il lascito umano e professionale più importante di Pippo Fava:
“Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società.
Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo…
…Un giornalista incapace – per vigliaccheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento!”». Mariagrazia Pannitteri

«Pippo Fava è stato strappato alla vita perché ha dimostrato che il giornalismo è libertà e indipendenza, ma anche essenziale strumento per denunciare e scuotere le coscienze. A 40 anni dall’omicidio è doveroso ricordare la sua battaglia contro la mafia e la criminalità. Sia reso ogni giorno onore e memoria a un grande catanese». Gaetano Galvagno