Carissimi lettori ritorniamo ancora una volta sul luogo del delitto. Come avevamo anticipato continuano le grandi manovre al CEFPAS di Caltanissetta. Ente pubblico strumentale della Regione Siciliana con mission principale nella formazione del personale sanitario del Sistema Sanitario Regionale e dei Manager della Sanità.
Nei nostri articoli, tra assunzioni ed incarichi, che qualcuno addita come clientelari (in effetti è indubbio che il CEFPAS ha esercitato un fascino speciale per parenti e sodali di alcuni importanti politici regionali, persone politicamente esposte, amici ed amici degli amici) ed affidamenti di appalti e forniture che indubbiamente (basta vedere il sito del CEFPAS) avvengono in modalità diretta, spesso con un unico contraente, sotto soglia (forse abusando degli strumenti a loro disposizione (?)), abbiamo anche evidenziato e dato atto, carte alla mano che, nell’agosto 2023 il Ministero della Salute ha chiarito inequivocabilmente che il CEFPAS non è ente del Servizio Sanitario Regionale (sebbene invero non ce ne fosse nemmeno bisogno).
Circostanza che mette in discussione anni di gestione dell’Ente in cui si è stato dato
Scelte gestionali possibili grazie ad un silente, e quindi connivente (?), Assessorato regionale alla Salute che, pur dovendo esercitare una doverosa attività di vigilanza e controllo, è stato tiepido e distratto, consentendo ad una certa politica di poter spadroneggiare e decidere cosa fare e cosa non fare al CEFPAS, con l’accondiscendenza della governance dell’Ente.
Abbiamo anticipato che, per scongiurare le conseguenze, in termini di danno erariale e di abuso (con la nuova formulazione di legge) la politica che ha sostenuto il CEFPAS e la sua gestione negli ultimi anni, si è data un gran da fare per mettere una pezza alle “leggerezze dolose” messe in campo.
Ed infatti abbiamo recuperato il recente DDL governativo con oggetto “Norme per il riordino del Servizio Sanitario Regionale” in parziale modifica della legge regionale 5 del 2019.
Al comma 4 dell’art. 6 – Leggiamo la modifica ed abrogazione di norme,, in una articolazione approssimativa, il tentativo, maldestro, di fare diventare il CEFPAS ente del Servizio Sanitario Regionale.
Trattandosi di DDL governativo è evidente che la proposta da “sanare” sono le “leggerezze” messe in atto dalla illuminata ultima gestione del CEFPAS viene da deputati ed assessori di questa maggioranza. Ma è anche evidente che nessuna norma può essere retroattiva.
Non è la prima volta invero che si cerca di fare passare il CEFPAS per ente del Servizio Sanitario Regionale, infatti nel 2022, con un emendamento inserito nel collegato al Bilancio, si è cercato di creare le condizioni per stabilizzare il personale precario, non medico ne paramedico, assunto durante il periodo COVID. Norma approvata dall’ARS e bocciata dal Governo Nazionale. Norma fatta con lo scopo preciso di stabilizzare il personale precario (familiari e amici di deputati regionali) del CEFPAS, sebbene nell’articolo di legge il nome dell’Ente non comparisse mai.
Spostando l’asse sugli attori di questa vicenda: da un lato troviamo l’Ing. Roberto Sanfilippo, gran commis del potere regionale bipartisan, Direttore del Centro e in atto anche Commissario Straordinario de facto, visto che dopo diversi mesi dall’insediamento si ostina a non selezionare e nominare (in palese violazione dello statuto dell’ente) il Direttore Amministrativo e il Direttore della Formazione come abbiamo scritto recentissimamente; dall’altro la politica politicante, principalmente agrigentina, dell’On. Riccardo Gallo Afflitto (la cui moglie è precaria al Cefpas e che così verrebbe stabilizzata) e dell’On. Assessore Roberto Di Mauro, che sembrerebbero ormai essere gli azionisti di maggioranza della riconferma del Sanfilippo alla guida del CEFPAS, anche con l’aiuto ed il sostegno “esterno” di illustri colleghi come l’on. Michele Mancuso (FI-CL) e l’on. Assessore Mimmo Turano (Lega-TP), e con la benedizione dell’ex Assessore… (omissis) recentissimamente si iscrive a questa vip-lisa anche un ancora potente Ennese, l’ex senatore Mirello Crisafulli, sceso in campo per sostenere la nomina a Direttore Amministrativo del CEFPAS dell’avv.to Piero Livolsi, Sindaco PD di Leonforte e dipendente del CEFPAS in attesa della riconferma. Sullo sfondo rimane, il sempre meno probabile, Giovanni Mauro (FI-RG, già Miccicheiano passato alla corte di Schifani, confidando nella riconferma al ruolo di Direttore Amministrativo del CEFPAS)
Ma se da un lato troviamo potenti bipartisan che sgomitano per sostenere e mantenere al suo posto il “laborioso servitor” Sanfilippo, ricevendo in cambio la sua gratitudine, dall’altro troviamo chi osteggia in maniera critica il suo operato. Infatti, tra questi troviamo, la Nuova Democrazia Cristiana, cuffariana, con l’On. Pace (Agrigentino di Ribera), ha presentato una interrogazione parlamentare per conoscere che sta succedendo al CEFPAS, il Pd con l’On. Chinnici (PD-PA) che anch’essa ha presentato una interrogazione parlamentare per comprendere se le osservazioni ed i rilievi mossi dal Commissario Straordinario Giovanna Segreto fossero fondati e cosa stia facendo al riguardo l’Assessorato alla Salute, ed infine con l’On. La Vardera (SUD CHIAMA NORD) che ha chiesto che il tema CEFPAS fosse trattato presso la Commissione Parlamentare Antimafia ed Anticorruzione, ma Cracolici…
Sostanzialmente a ben vedere il problema del CEFPAS è il traffico.
Il Traffico di Influenze (?) che da ogni lato si muovono, tirando per la giacchetta il Presidente Renato Schifani, per fare in modo che vengano sanate tutte quelle “leggerezze” (di affari però già consumati) che la gestione dell’Ing. Roberto Sanfilippo sembrerebbe avere messo in atto e che rischiano di diventare abusi d’ufficio (con la nuova formulazione) e danno erariale. Sebbene la politica non comprenda, o fa finta, sperando che il popolo conosca i retroscena, cosa sia possibile fare diventare il CEFPAS ente del Servizio Sanitario Regionale, un contenitore multiskating ove tutto e il suo contrario è realizzabile. Senza indubbio se la norma, contenuta tra le righe, sarà adottata non potrà avere effetto retroattivo (come detto) e che pertanto i danni già eventualmente fatti non potranno essere sanati e quanto qualcosa si rompe i danni devono essere pagati, a tutti loro resteranno i cocci della malapolitica. Alla prossima.