Coriolano della Floresta
Il progetto, di ritorno al passato, delle Province Regionali (oggi Liberi Consorzi), con Presidente e Consiglieri eletti direttamente dai cittadini, purtroppo è fallito.
Lo avevano fortemente voluto i partiti della maggioranza e soprattutto la Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro ed il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo per recuperare rappresentanza, partendo dai territori.
Anche Schifani aveva accarezzato il pensiero di ridare voce alle ex Province, se non altro per sistemare a Palermo il suo ventriloquo Caruso, che difficilmente, in altro modo, avrebbe potuto aspirare ad un posto al sole, ma forse proprio per questa ben triste prospettiva molti parlamentari regionali di Forza Italia hanno storto il naso e fors’anche votato contro.
Schifani adesso è sempre più isolato e posto ai margini della Politica e del suo stesso partito.
Ma se Schifani voti non ne ha mai avuti i due ex Presidenti, invero, i voti ce li hanno, soprattutto nelle rispettive roccaforti. Cuffaro e Lombardo.
Nonostante le distanze e le differenze tra i due, stante la loro capacità di catalizzare il voto, soprattutto nei piccoli paesi e nelle periferie e borgate delle grandi città , dopo periodi di allontanamento, pare ci fossero stati uno o più incontri mirati a mettere insieme forze e risorse per dare vita ad una pace armata finalizzata a conquistare quanti più seggi possibili alle elezioni provinciali. Ma così non è stato e la loro vicinanza già comincia a scricchiolare. Del resto non li accomuna ormai quasi nulla tranne il fascino per la politica e del potere che ne consegue (nell’accezione più pura del termine si intende).
Meglio non può dirsi degli altri partiti della maggioranza che sono talmente concentrati sulle prossime europee, e divisi al loro interno in ogni modo possibile, che se ne fregano delle elezioni delle ex province.
Considerato quindi che l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei consiglieri provinciali è naufragata all’Ars adesso, per gli enti di area vasta, si apre lo scenario della consultazione di secondo grado.
Il voto, imposto anche da una sentenza della Corte costituzionale, prevede infatti la partecipazione dei sindaci e dei consiglieri comunali eletti nei Comuni. Però mentre Cuffaro storce il naso confidando di recuperare la debacle con una riproposizione della norma in autunno Lombardo conviene con Schifani che bisogna smettere di indugiare ed andare al voto anche con le elezioni di secondo livello.
E quindi le divisioni prendono il sopravvento sulle convergenze. E nel frattempo De Luca si organizza e si coalizza con PD e M5S e scalda i motori per le prossime regionali dove conta di essere eletto Presidente e poter cosi fare il Sindaco di Sicilia a cui tanto aspira da un po'.
In tanti però scaldavano i motori, ed in ogni paese e città c’era già qualcuno pronto a candidarsi. Quindi tanti maggiorenti locali, delusi dallo scossone appena subito dalla maggioranza, adesso pressano per avere qualcosa d’altro. Per disporre di diversi strumenti per mantenere il consenso che altrimenti rischia di spostarsi verso altri partiti più strutturati e meglio attrezzati ….. in termini di prebende e poltrone.
Sembrerebbe superfluo dirlo, ma in Sicilia il consenso non si costruisce sulle idee e sui progetti ma piuttosto su un rapporto di conoscenza che agevola il conseguimento di risultati e la facilità di percorsi.
In Sicilia il politico, fatte le dovute rare eccezioni, non è un portatore di idee e nemmeno uno che tutela le istanze della collettività , ma una sorta di mediatore tra le aspirazioni di maggiorenti locali e piccoli signorotti del voto e le istituzioni che distribuiscono prebende. Al politico ci si rivolge per chiedere un posto per il figlio piuttosto che per avere un incarico, dimenticandosi che il politico dovrebbe essere eletto per fare gli interessi del popolo, della collettività , delle istanze che vengono dai territori. Dovrebbe proporre leggi di ampio respiro e individuare percorsi di crescita e sviluppo da far concretizzare. Invece fanno tutt’altro !!!
Proprio per questo la Sicilia sprofonda sempre più in un abisso da quale, ogni anno sempre più, non si intravede una possibilità di riscatto.
Le istituzioni regionali come quelle locali, sono sempre più rette da mezze figure che paralizzano l’azione amministrativa e che sistemano ai vertici di enti e partecipate, ma anche di aziende sanitarie ed ospedaliere, peggio ancora di reparti, altrettante mezze figure incapaci di produrre un benché minimo risultato, piazzati e pagati per essere il veicolo per soddisfare altre istanze personalistiche utili solo ad alimentare divisioni e favorire sempre i peggiori.
Sembra di essere in un film dell’orrore. In un incubo dal quale si stenta dallo svegliarsi.
Beh noi non ci stiamo. Vogliamo vivere in una terra libera e ben governata da amministratori locali e regionali capaci competenti e disinteressati che promuovono eccellenze e attraggono ricerca sviluppo innovazione per creare una florida economia, nuove e maggiori occasioni di lavoro e benessere per le popolazioni.
Quindi continueremo a scrivere contro le brutture e le storture del nostro sistema ed a combattere per un futuro migliore.
Mettetevi comodi quindi perchè non avremo pietà per nessuno, soprattutto dei peones che pascolano nel sottobosco delle istituzioni pensando che sono le loro.