A giugno sarà tutto finito. Oggi i competitor scaldano i motori, pallottoliere alla mano, sciorinano numeri, compongono, scompongono, sommano, sottraggono, in una città smarrita per la crisi economica, la pandemia, la guerra alle porte. Si discute di profezie, di voti come se Paternò fosse Roma con tremilioni di votanti, tutte le coalizioni oltre la soglia dei diecimila voti, anzi ogni candidato al consiglio ne avrebbe tanti e cercano collocazione in quelle liste che vedrebbero un loro successo verso lo scranno in consiglio. Come se l'aderenza politica a questo o l'altro schieramento fosse solo una utopica visione e non anche una condivisione ideale.
Il sindaco uscente, ha il vantaggio della carica e lo svantaggio dei malumori, temi che dovrà affrontare con i temibili avversari per ragioni diverse (Virgolini e Pannitteri), che non lesineranno certo le analisi del quinquennio trascorso, tra luci e ombre, dei risultati raggiunti e delle tante criticità , premesse e promesse, rimaste chiuse nei cassetti.
La città dovrà scegliere a quale modello affidarsi. Quello già sperimentato in questi anni, ovvero a quelli alternativi degli sfidanti? Come inciderà il trascinamento delle liste per stabilire chi andrà al ballottaggio che ci sarà ? Oppure qualcuno ancora pensa (utopia) di poter avere successo al primo turno?
Certo è che le carte rispetto al precedente quinquennio si sono rimescolate. Il PD, già sostenitore di Naso, con main sponsor Anthony Barbagallo nel 2017, si sposta a sinistra a sostegno della Pannitteri, con Verdi e Cuffariani, lasciando il posto nella coalizione Naso alla Lega di Sammartino, anche se travestita da Quadrifoglio, ma questa è, che preferisce staccarsi dal centro-destra per una corsa solitaria rispetto agli orientamenti regional-nazionali.
Di contro tutto il centro-destra, assemblato dall'on. Galvagno, da Fratelli d'Italia a Diventerà Bellissima, UDC, Partito Liberale, demì Forza Italia, Alleanza per Paternò, ai Movimenti dei Moderati e Giovanili, sosterrà Virgolini.
Adesso però il cittadino vorrà capire chi darà risposte vere ai bisogni reali. Servizi, opportunità , sicurezza, occupazione e "grande bellezza". Vuole che tutto questo sia per tutti, senza etichette d'appartenenza, che sia concreto, accessibile e trasparente. Vuole essere ascoltato. Vuole uscire dal gattopardismo. Vuole essere svegliato dal quel torpore fatalista. Vuole una novità , una motivazione per esercitare il diritto dovere del voto. L'alternativa è starsene a casa, praticare l'astensione e tirare a campare. Anche se consapevole che saranno gli altri a scegliere per lui... E LE STELLE STANNO A GUARDARE, come nel romanzo di Cronin.