Entrambi se le danno di santa ragione. Il j'accuse di “tradimento” e “vigliaccheria”, li accomuna solo il gridare che «il centrodestra non c'è più», seguito da un perentorio «lo ricostruisco io» (Giorgia Meloni), che «la coalizione si è liquefatta come neve al sole» (Matteo Salvini dixit).
In primavera c’è un’altra tornata elettorale - si vota in 22 capoluoghi di provincia tra cui Palermo, poi in autunno anche per la Regione Siciliana, dove adesso si deve individuare un candidato credibile e certamente non può essere Musumeci, come la mettiamo?
Da dire anche che Silvio Berlusconi è quello uscito meglio dalla partita quirinalizia. Ha tolto di mezzo la sua candidatura nel nome della “responsabilità”, lasciando ai due giovani alleati il compito di indicare la strada. Il risultato è storia nota e l’ex Cav, dopo aver subito il contraccolpo del ritiro “forzato” ed essere stato qualche giorno al San Raffaele, è tornato ad Arcore ricordando tanto a Meloni che a Salvini che «senza il centro» e, cioè, «senza Forza Italia» & C. non vanno da nessuna parte. PPE, certamente è la prospettiva di Berlusconi, che ride e guarda con interesse ai centristi (leggasi Miccichè, Italia al Centro e oltre).
Meloni dall'opposizione picchia duro, ma la sua faccia davanti alle telecamere lascia trapelare preoccupazione. La presidente di Fratelli d'Italia mentre minaccia che non è scontata l'alleanza con Salvini e Berlusconi assicura ai suoi che non è intenzionata a fare la fine di Marine Le Pen, ovvero di consegnarsi all’opposizione a vita. Come fu per il Pci di Enrico Berlinguer che, nonostante rappresentasse oltre il 30% (e non il 20) degli italiani - quando a votare andava quasi il 90% degli elettori - è sempre rimasto fuori dal Governo. Per questo teme come la peste un eventuale ritorno al proporzionale anche se continua a ripetere che Fratelli d'Italia sarebbe comunque determinante. Ma chi ci crede?
Chi però è più in difficoltà è certamente Matteo Salvini. Il suo tentativo di recuperare il bandolo di questa intricatissima matassa proponendo di far nascere un Partito repubblicano, sul modello statunitense, pare affossato sul nascere tanto da Berlusconi quanto da Meloni. E infatti dopo ventiquattr'ore Salvini non ne parlava più. E il draghiano Giorgetti? Intanto irrompe Italia al Centro.