Alla fine Forza Italia esplode. La lunga faida tra «sovranisti» e «governisti» viene fuori alla luce del sole dopo l’elezione del nuovo presidente dei deputati azzurri, Paolo Barelli. «A Silvio Berlusconi viene raccontata una parte di verità» sbotta Mariastella Gelmini, avvertendo di «essere profondamente berlusconiana, ma l’ultima stagione del berlusconismo non mi rappresenta e non rappresenta neanche Berlusconi».
di Gaetano Mineo
Il ministro per gli Affari regionali è in piena battaglia interna (insieme agli altri ministri) per provare a far cambiare pelle al partito. Da più parti, questo è il ragionamento che si accredita alla Gelmini: fino a qualche tempo fa il sovranismo sembrava imperante adesso, invece, c’è lo spazio e se Fi vuole provare ad aggredirlo deve cambiare. Viceversa, il ministro azzurro la vede nera. Per dirla con le stesse parole della Gelmini, «temo che questo partito non avrà un grande futuro e la cosa paradossale è che questo avverrebbe in una stagione in cui per noi non c’è una strada ma un’autostrada per tornare ad essere centrali». La tensione nel corso dell’elezione di Barelli è altissima. Il gruppo di Fi è spaccato. E così come sempre, a togliere le castagne dal fuoco pensa il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, strategicamente a Roma proprio per evitare che tutto saltasse in aria. Antonio Tajani, ovviamente ringrazia, perché senza la presenza del Cavaliere nella Capitale, con il voto segreto chiesto dai ventisei parlamentari, sarebbe andato sotto, mettendo all’angolo la candidatura di Barelli. Berlusconi, invece, avendo sentito puzza di bruciato, prende il toro per le corna e il "suo" candidato Barelli, è passato per acclamazione, mentre Sestino Giacomoni, il candidato proposto dall’ala «governista» ha ritirato la candidatura.