24 gennaio 2021

⚖️ Andrea Orlando a Conte "O ti sacrifichi tu o sacrifichi lui". Inizia la settimana di Bonafede.

 


da Roma per QTS Antonella Brancato

Clemente Mastella non parla solo per sé ma soprattutto per la signora Sandra, sua moglie, una delle (poche) stampelle su cui (forse) si tiene Conte. E parla così l'ex Guardasigilli: «Su Bonafede le perplessità sono innumerevoli, da parte mia e anche di mia moglie. La quale ha patito, più del sottoscritto, gli eterni tempi della giustizia».

Inizia male per Conte la "settimana di Bonafede" e la moglie di Mastella rincara la dose: "Non so se Conte sarà capace di garantire il garantismo. Ma per me, questo è un discrimine". Insormontabile come per molti altri. Dal PD a IV ai centristi.

La situazione è complicatissima, nel Pd non ne fanno mistero. I responsabili non arrivano, il premier Giuseppe Conte teme agguati da ogni parte e la prima verifica sull'esistenza della maggioranza,  soprattutto su temi fondamentali come quello della giustizia, in assoluto il meno adatto per creare o giustificare convergenze, a sostegno di un governo misto tra manettari e garantisti. Di fronte a questo anagramma irrisolvibile che farà Conte? 

Gettare a mare Bonafede, già salvato una volta, per salvare il salvabile. Andrea Orlando, non le manda a dire a Conte "o ti sacrifichi tu o sacrifichi lui".

Vuoi vedere che sarà Alfonso Bonafede a far cadere Conte? Questa la voce che circola, un pensiero di tutti (come ci riferisce la nostra corrispondente Antonella Brancato), da Italia Viva ai responsabili, fino addirittura al Pd e al M5s

La sensazione è che se il ministro della Giustizia, mercoledì prossimo (anche se il voto potrebbe slittare a giovedì) in aula per la relazione sulla sua contestatissima riforma, "non farà una inversione a U", per dirla con le parole di Riccardo Nencini, segretario del Psi e unico senatore del gruppo renziano a votare sì alla fiducia, stavolta per il premier si metterà molto molto male. 

Ma guarda guarda, dice Augusto Minzolini: Conte "rischia di vedere infilzato il suo pupillo, visto che è stato lui a presentarlo ai 5 Stelle". 

Sulla giustizia, anzi sul giustizialismo alla Travaglio, si schianta tutta l'operazione responsabili, realizzata a Palazzo Chigi su meri calcoli numerici ma che "non tiene conto dei contenuti, dei valori, delle culture dei mondi a cui si rivolge, si tratti di liberali, socialisti e popolari", sottolinea ancora Minzolini. Chi crede nel primato della politica-rappresentanza del popolo, non puà derogare da questi principii.