Le parole di un collaboratore di giustizia ed ex killer di Cosa nostra, Pasquale Di Filippo, mette in difficoltà il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
"I boss di Palermo hanno di sicuro festeggiato per quelle scarcerazioni, so come ragionano, sono stato anche io un mafioso. Hanno festeggiato per la disorganizzazione dell'antimafia".
In un colloquio con Repubblica Di Filippo spiega che cosa hanno pensato i familiari dei 376 detenuti, imputati per mafia e droga, che sono andati ai domiciliari nel giro dell'ultimo mese e mezzo. "Dopo le stragi Falcone e Borsellino, lo Stato si è messo a fare seriamente la lotta alla mafia, i boss lo sanno. E neanche loro si aspettavano tanta disorganizzazione e confusione. Ma quando hanno capito che una grande maglia si era aperta, ne hanno approfittato subito, con decine, centinaia di istanze. Ne è venuto fuori un disastro, che non fa certo onore a chi è morto per mettere in carcere tutti quei mafiosi". Intanto, le richieste di scarcerazione continuano ad aumentare. "Certo, non sarebbe dovuto accadere. Perché Cosa nostra vive anche di segnali. E questo è stato davvero brutto. Davanti ai mafiosi non si indietreggia, mai. Altrimenti ti fregano, un'altra volta", conclude l'ex killer.