Nomine dei manager della sanità pubblica Siciliana e candidati alle europee più importanti della storia, ma anche le province. Ma vediamo che succede.
Ancora nulla è deciso sulla spartizione della salute pubblica. Numerose e contraddittorie le indiscrezioni che filtrano dai palazzi del potere. L’unica certezza è che fino all’ultimo non sembra esserci alcun accordo e che ognuno resta sulle proprie posizioni, fatto salvo lo schema di gioco cristallizzato in un 6 – 6 – 2 – 2 – 2 che vede FdI e Fi con sei caselle Lega MPA e NDC con due caselle ciascuno.
L’unica voce fuori dal coro, che emerge, è quella della Nuova Democrazia Cristiana che tramite il suo segretario nazionale Totò Cuffaro ed il suo segretario regionale Stefano Cirillo insistono per selezionare solo i manager più bravi e di fare poi una assegnazione sulla base di un sorteggio. Poi però si affidano alla sapiente scelta del Presidente Schifani, ringalluzzito dalla recentissima prescrizione nel processo denominato “Sistema Montante”, che ricordiamolo non è una assoluzione ma una sottrazione dal giudizio per il decorrere ingiustificato dei tempi della giustizia.
I partiti in campo sono l’uno contro l’altro armati ed all’interno degli stessi esistono divisioni che sembrano incolmabili. Le varie anime si incontrano e scontrano sui tempi più disparati per soddisfare i loro clientes dimenticando che sono stati eletti per fare gli interessi della Sicilia e dei siciliani, di cui come è noto si occupano pochissimo.
FdI, culturalmente più inquadrato, ha le idee chiare e si mostra compatto e determinato nel conseguire i risultati auspicati, senza sbavature. Del resto è ben chiaro a tutti chi governa il partito e prende le decisioni. Tutti gli altri possono solo annuire.
FI ha celebrato quasi la totalità dei suoi congressi provinciali e nominato, per la prima volta nella storia del partito, vertici democraticamente scelti ………. dai maggiorenti del partito. Unica certezza è che essendo FI, a livello nazionale, ormai condannata all’oblio, la Sicilia potrebbe fare la differenza e quindi questa opzione potrebbe consentire a qualche siciliano di scalare i vertici nazionali del partito. Aspira ad un posto di vertice il Presidente Schifani ma la sua leaderschip è fortemente contesa da Marco Falcone ed Edy Tamaio che indubbiamente sono i maggiori azionisti del partito, mentre tutti gli altri sono solo figuranti di secondo piano con presenze provinciali, talvolta modeste, che emergono, in termini di accaparramento di postazioni, e non certo per qualità personali, solo grazie al Presidente Schifani che, consapevole del proprio scarso peso elettorale, per contrastare l’ascesa dei veri azionisti del partito cerca, attraverso il consenso delle minoranze del partito, di supporatre il suo gracile ruolo.
La federazione Lega MPA sembra essere ormai alle battute finali. Sammartino, uomo forte della Lega e Vicepresidente della Regione, non perde occasione per tenere ai margini Raffaele Lombardo ed il suo partito, che comincia a manifestare più di un malumore. E proprio per questo qualche giorno fa, a Catania, si è tenuto un vertice a casa di Lombardo, tra Lombardo e Cuffaro, centristi e strateghi di ferro, della vecchia scuola, che consapevoli di rischiare di restare stritolati dai partiti più grandi e di scomparire miserevolmente, fatta eccezione per i feudi personali, stanno cercando di trovare insieme la quadra su tutti i temi più importanti, dai Manager della Sanità, ai Termovalorizzatori, per finire alle Europee, che saranno il vero campo di battaglia che sancirà la nuova geografia del potere regionale e nazionale, dove i centristi rischiano concretamente di non raggiungere il 4% e di restare ai margini delle scelte dei prossimi mesi. Tanto più che all’appello sturziano, ai Liberi e Forti lanciato da Cuffaro sembra non avere risposto quasi nessuno, tranne Mastella, che però ha tenuto a precisare che non sarà della partita.
In questo quadro desolante, ciò che resta è l’amarezza di assistere giorno dopo giorno solo alla ricerca del potere per il potere e la consapevolezza che le esigenze della Sicilia e dei siciliani continuano a restare ai margini del dibattito politico, con una maggioranza intenta solo alle spartizioni ed una minoranza che non tocca palla, praticamente inesistente, incapace pure di esprimere un dissenso o ancor peggio una propria opinione.