Tutto parte dal video delirante che il sindaco di Paternò ha pubblicato sui social. Nel video, Naso, non comunica lo stato dell'arte, né dice cosa ha fatto (o meglio non ha fatto) l'amministrazione comunale, ma attacca la società di distribuzione e ancora peggio le altre istituzioni sovracomunali, annunciando che avrebbe promosso un tavolo regionale per la risoluzione del problema, dimendicando che la protezione civile regionale aveva dato ai comuni delle indicazioni contenute in un documento ufficiale al quale Paternò non aveva né risposto né tantomeno attivato le azioni ivi descritte.
Anziché fare normale amministrazione, mettendo in pratica le normali regole che gli enti preposti indicano, fa uno show grottesco per imbonire le folle e strappare qualche "bravo" da un popolo di galline e tifosi senza testa che lo hanno eletto alla guida della città.«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli», attacca Umberto Eco in un incontro con i giornalisti di sette anni fa, generalizzando troppo, però.
Non può un sindaco aizzare la gente disperata per questa immane sciagura che mette in ginocchio famiglie, imprese e colpisce le fasce più deboli della popolazione. Non può, come detto più volte, fare lo pseudo-masaniello per raccattare like e consensi da quel popolo, da quella minoranza rumorosa che non capisce. Chi meglio di lui può rappresentare questo tipo di città?
Il vulnus sta a monte, come spesso avviene nelle situazioni emergenziali. Questa amministrazione non ha mai fatto programmazione e come si dice "meglio prevenire che curare".
Adesso annuncia dopo circa una settimana che finalmente ha attivato il C.U.C., ma che questo non potrà funzionare in mancanza di un piano di protezione civile che il comune è obbligato ad adottare, ahimé, qui a tutto si pensa tranne che assicurare la giusta informazione ai cittadini su cosa fare, come comportarsi in caso di calamità, e questa di oggi certamente lo è, ma vi possono essere fenomeni assai più gravi. Qua si brancola nel buio. E che Dio ce la mandi buona.