“Gentile Sindaco, sono nata e cresciuta a Paternò. A 27 anni, per lavoro, sono andata a vivere in un paese bresciano Palazzolo sull’Oglio. In questi lunghi anni di lontananza ho mantenuto nella più profonda identità le mie radici paternesi, vorrei poterne essere orgogliosa… Ma anno per anno è diventato più difficile… Ora quasi impossibile. Mio nonno era il maestro Antonino Truglio e la via dove c’è la bella casa del nonno è via Garibaldi che al suo ingresso reca un segnale stradale che invita ad andare verso Piazza Antonino La Russa, padre del nostro presidente del senato Ignazio La Russa. Sono stata cinque giorni a Paternò e ho percorso più volte via Garibaldi… Lo stato emblematico di degrado non può essere raccontato… Ma ben si accoppia all’ingresso nobile del paese, quello dove c’era un bellissimo giardino, quando ero una bambina… Villa Moncada. Mia mamma, la professoressa Giuseppina Truglio ci raccontava che era stato il nonno a intercedere con il cavaliere Moncada perché donasse questo bel giardino al nostro paese e cosi fu. Oggi l’occhio di ogni cittadino, di ciò che io ricordo, non può vedere più niente… L’ingresso del paese è un frammento di una bidonville con il rudere di ciò che fu l’albergo Sicilia, abbellito da una nauseante montagna di spazzatura e da stracci messi ad asciugare che fuoriescono dalle stanze dell’hotel, tamponate da mattoni rossi, ora divelti da povera gente, invisibile agli occhi di una cittadinanza cieca, autocentrata e indifferente".
Antonella La Rocca.