Non si può cambiare volto a poche ore dal voto. Non si può prendere in giro la gente. Si deve essere giudicati con la propria faccia. Salvini proprio in Sicilia ha deciso di lanciare il nuovo simbolo "Prima l’Italia" per nascondere il vero volto anti-meridionalista, quello con la scritta Lega, inviso ai siciliani, così da iniziare quel percorso di aggregazione dei centristi che si spinge fino agli autonomisti di Lombardo. Come nel caso di Paternò, ambedue a sostegno di NASONINO (da Giussano).
Salvini dice che devono decidere i siciliani, salvo poi affermare che la Sicilia è laboratorio per “Prima l'Italia”, una Lega mascherata.
No, la Sicilia, Paternò compresa, non è laboratorio, non è una cavia, non serve a testare le cose che servono al Nord. I siciliani e i paternesi, non sono cavie da vivisezionare in laboratorio. Chi si presta a questa operazione è un traditore del popolo. Un ascaro, che non ha precisi riferimenti ideali, infido e sleale, rispetto alla sicilianità della quale si va fieri.
«Paternò non ha paura ed accoglie tutti - ci dichiara un noto esponente politico di primo piano - Ma l’invasione della Lega Salvini mascherata da Prima l’Italia, è una provocazione: anti-meridionalismo, intolleranza, sono concetti che la nostra città, con la sua storia, non può che rifiutare con forza. E se, una parte dei nostri concittadini, gli darà fiducia sarà solo frutto dell’assenza di sensibilità politica, che porta a dare il consenso al vicino di casa piuttosto che al parente, senza pensare alle conseguenze del dopo voto. Del "Day After", salvo poi lamentarsi di chi governa la Città, la Regione o il Paese».
«Noi - conclude - a Paternò, in Sicilia, ci stiamo tutto l’anno, i leghisti invece li vediamo alla tivù dire che la Sicilia è un laboratorio, è solo un luogo di criminalità del quale a loro non frega nulla».
Occorre un nuovo Vespro.