Gaetano Galvagno: "Mi hanno chiamato ieri sera e mi hanno detto che sono state disinstallate quelle luci che erano state montate. Hanno fatto una retromarcia perché hanno capito lo scempio che avevano fatto. Noi siamo per la valorizzazione del Castello, siamo per fare le cose, ma le cose si fanno con la testa, SOPRATTUTTO QUANDO LA SOVRINTENDENZA DÀ UN PARERE CHE PUÒ ESSERE POSITIVO, CON DELLE PRESCRIZIONI, DEGLI OBBLIGHI CHE DEVI MANTENERE, DEVI RISPETTARE. È CHIARO CHE LE DEVI ESEGUIRE, NON PUOI PENSARE DI AVERE UN PARERE POSITIVO E FREGARTENE DI TUTTE LE PRESCRIZIONI CHE LA SOVRINTENDENZA TI DÀ, UNA SU TUTTE QUELLO DI FARE SEGUIRE I LAVORI DA UNA PERSONA DELLA SOVRINTENDENZA STESSA, IN MODO CHE SI POSSA TUTELARE VERAMENTE QUEL PATRIMONIO, NON POSSIAMO FARE LE COSE DI TESTA NOSTRA".
Umberto Triolo di Radio Fantastica: "Onorevole io sono preoccupato perché da questa vicenda se ne sta venendo fuori solo perché lei è intervenuto direttamente, è del territorio, conosce il territorio e ci ha messo mano. Ma in assenza di un deputato cosa accadeva? Che un bene monumentale veniva deturpato a questo punto?".
Chiaro l'on. Galvagno che sa molto più sulla vicenda, avendo avuto contezza dei fatti, sia dall'assessore regionale Samonà che dalla sovrintendenza, infatti il riferimento è chiaro ad una nota inviata al comune di Paternò, dopo l'interrogazione e tenuta ancora nascosta in nome della trasparenza, dove la Sovrintendenza ferma i lavori e ordina di smantellare i costrutti, proprio per l'inosservanza delle prescrizioni contenute nella precedente autorizzazione. Atteso che, tra l'altro, il bene non è di proprietà del comune, il quale ha solo l'uso dello stesso. Questa la sostanza.