“Certo che se uno parla sempre di nuovo corso è così che finisce”: questa frase viene attribuita dai media a Beppe Grillo, pronunciata per attenuare lo scoramento di Virginia Raggi, affranta e seccata quando ha parlato al telefono con il garante del Movimento 5 Stelle. L'ex sindaca di Roma, arrivata ultima nella corsa a quattro, è furiosa per il vuoto creatosi attorno a lei, a cominciare dal Conte Attila.
Conte ha dichiarato che la sconfitta è da attribuire al mancato radicamento territoriale del Movimento: per questo continua a insistere in tutte le uscite pubbliche sul “nuovo corso”, che però non piace a Beppe Grillo. “Non può dire ogni volta così e sconfessare tutto il passato, tutto quello che abbiamo fatto”. Sarebbe il retroscena sussurrato alla Stampa. E' Grillo il punto di riferimento di tutti quei parlamentari che vedono avvicinarsi la fine della legislatura e probabilmente della loro carriera politica.
Conte continua a fare il pieno nelle piazze anche in Sicilia, ma le urne, dopo il suo passaggio, restano vuote, come se invece del personaggio politico sul palco salisse, che so, un cantante. A che serve, quindi? «Serve: al Pd...» sottolineano maliziosamente alcuni esponenti grillini.
Tra Giuseppe Conte e Virginia Raggi si prefigura già oggi una insanabile divaricazione, per visione e posizione, chiamata ad esasperare le parti in commedia di un MoVimento in cerca d'autore: da una parte c'è chi fantasticava un'alleanza fra pari con il Pd ma questo Movimento del nuovo corso ne è oggi una «dependance».