Nuove defezioni, il Movimento 5 Stelle con il governo Draghi ribolle. Dopo l'addio di Emanuele Dessì, potrebbe essere la volta dell'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, Giorgio Trizzino e Roberto Cataldi. A sganciare quella che a tutti gli effetti è una bomba nel mondo pentastellato è Repubblica che parla di malumori continui. I tre sarebbero pronti a passare nel nuovo gruppo di un ex Cinque Stelle come loro, Emilio Carelli, il Centro-La Casa dei popolari. "Questa non è più casa mia", aveva commentato su Facebook la decisione presa Dessì, che ora passerà alla nuova componente Alternativa c'è.
Dello stesso parere il volto storico del Movimento, nonché capo staff della sindaca di Roma Virginia Raggi, Max Bugani. "15 anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi? - ha tuonato rispondendo all'intervista di Luigi Di Maio sulle colonne di Repubblica -. Un trionfo. Gianroberto Casaleggio in piazza ci fece scandire il nome di Berlinguer, non quello di Luigi De Mita". Nel colloquio il ministro della Farnesina "apriva" all'ingresso di Giuseppe Conte nel M5S, definendolo un Movimento "moderato e liberale". Nello stesso post, Bugani pubblicava la foto della descrizione che Wikipedia dà del partito di Forza Italia, definendo.Non è stato da meno Dessì che sui social si è lasciato andare a un durissimo sfogo: "Ho sperato fino a ieri che qualcosa potesse cambiare, inutilmente. Non sono mai stato d'accordo nel dare la fiducia a questo governo ma ho voluto, con l'assenza il giorno del voto, dare un ulteriore possibilità di ripensamento, soprattutto a me stesso. Lasciare compagni di viaggio a cui voglio un mondo di bene non è facile, 15 anni di storia comune non si cancellano facilmente". E ancora: "Forse un giorno ci ritroveremo in qualche battaglia insieme, lo spero, oggi però devo andare via. Questa non è più casa mia. Esco dal Movimento 5 stelle con un'enorme tristezza nel cuore ma anche con tanta rabbia. Nei prossimi giorni ci sarà modo per parlare e per vederci con chiunque abbia voglia di confrontarsi e di continuare a lottare".
A stretto giro arriva però la precisazione di Spadafora e Cataldi. Entrambi dicono di non essere a conoscenza di quanto diffuso da Repubblica e assicurano "non lasciamo il M5s". Anche perché chi li vorrebbe?