La faccia bronzinea di Dino Giarrusso, grillino tra i più surreali, improbabili per la sua risolutezza nel difendere l'indifendibile, l'impossibile, nella sua missione quotidiana, sui social, nel partito delle stelline cadenti. E dall'indifendibile passa alla farsa. Difende la pagliacciata grottesca del M5s con il voto sulla piattaforma Rousseau per decidere su Mario Draghi e il suo governo.
Voto annunciato, poi congelato, dunque riaperto in fretta e furia, per paura delle urne. Sanno benissimo, come peraltro afferma l'Elevato Grillo, che se si andasse a votare il Movimento sarebbe annientato. Quindi meglio tirare a campare in attesa di fusioni, incorporazioni o annessioni.
Tutto ciò in un contesto da saloon, con duelli al sole, accuse bilaterali e stracci volanti. Eppure, per Giarrusso, va tutto bene così. Anzi, benissimo. Un imbonitore per pecorelle smarrite.