09 dicembre 2020

C'ERA UNA VOLTA IN ITALIA, Governo: "Si balla fino a gennaio col gioco del cerino" e giochi di potere

 


Giuseppe Conte è ormai un’anatra zoppa. I comportamenti del premier piacciono sempre meno agli alleati di governo, Matteo Renzi in testa. Da un paio di giorni il leader di Italia Viva è sul piede di guerra con il presidente del Consiglio perché contrario all’idea di governance del Recovery Fund ipotizzata da Palazzo Chigi: una task force composta dal premier, dai ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, da sei manager e centinaia di consulenti.


Tra Giuseppe Conte e gli italiani è finita. Lo afferma Lucia Annunziata, ospite di Cartabianca su Rai 3. In collegamento con Bianca Berlinguer, l'ex direttore dell'HuffingtonPost.it dà una lettura durissima del piano sul Recovery Fund abbozzato da Palazzo Chigi (e contestatissimo da Italia Viva): "Se tra il Paese e i suoi eletti si pone una task force significa che il premier non ha fiducia nel Paese. Io credo che la fiducia tra il Paese e questo premier sia finita. Non ci sarà un nuovo governo ma questa è una mossa sbagliata".

Lucia Annunziata definisce la task force di supermanager "quasi un insulto ai cittadini. È inimmaginabile costruire una cosa così e non pensare che crei caos e, se anche funzionasse, sarebbe la sostituzione completa del Consiglio dei ministri". Insomma, tutti i torti Matteo Renzi non li ha. E anche Graziano Delrio, del Pd, esprime delle perplessità: "I progetti del Recovery devono essere condivisi e discussi col Paese. È dalla scorsa estate che parliamo di task force. Ma c’è bisogno di un grande patto sociale. Bisogna mettersi a sedere con i lavoratori, gli artigiani, gli imprenditori". 

Come riporta Dagospia, poi, i renziani frenano anche sulla risoluzione messa a punto dalla maggioranza per il voto sulla riforma del Mes il 9 dicembre in Aula. Loro, infatti, hanno deciso di apporre la firma dei capigruppo in calce solo dopo aver ascoltato l’intervento di Conte in Parlamento.  Mentre i grillini, tanto contrari alla riforma fino a un giorno fa, hanno già firmato e si sono detti pronti a votare sì. “La poltrona è la poltrona”, scrive Dago. Ma nella sua guerra contro Conte, Renzi non è solo. Sarebbe appoggiato clandestinamente da buona parte del Pd, a partire da Nicola Zingaretti, che “privo com’è di leadership naturale, fa il pesce in barile”.