20 giugno 2020

CROCETTA E LE SUE CONVINZIONI. LO STRABISMO DI LUMIA




I DUE PASSAGGI CONTROVERSI DELL'INTERVISTA



LA RISPOSTA DI FIUMEFREDDO NON SI È FATTA ATTENDERE

Antonio Fiumefreddo su Facebook
DA SALVATORE DELLA SUA VITA A MOSTRO! PAROLE IN DISORDINE DI UNO SMEMORATO VOLONTARIO

Conservo ancora una dedica del presidente Crocetta che così scriveva nel 2015: <<Ad Antonio Fiumefreddo, un grande siciliano>>. Lo avevo conosciuto nel 2014, su sua richiesta, ed evidentemente allora non mi riteneva un mostro, così come non mi ha ritenuto un mostro quando per tre volte mi ha chiesto di entrare nel governo da lui guidato, né quando mi ha nominato a capo di Riscossione Sicilia.
Quanto al video hard, ne ho sentito parlare per la prima volta proprio da Crocetta e la mia reazione da legale fu di consigliargli di procedere immediatamente a presentare una denuncia.
Altre volte lo avrei sentito parlare dell’argomento, davanti a tante persone, ma ogni qualvolta gli suggerivo di denunciare, lui tergiversava, sicché mi convinsi si trattasse di una bufala messa in giro dallo stesso Crocetta che, su questa storia della omosessualità, un po' ci marciava.
Del resto, nei due anni di frequentazione politica, di balle da Crocetta ne avrei sentite tante, alcune anche un po' patetiche e quasi sempre al confine con l’inverosimile cosicché era impossibile spesso distinguere il vero dal falso!
Mi ha quindi sorpreso questa sua ultima boutade, che credo faccia parte del tentativo un po' goffo quanto velenoso di fare confusione, colpendo chi ha forse avuto il torto di dirgli, quando tutti l’acclamavano, che non avrebbe dovuto ricandidarsi poiché non avrebbe avuto speranza d’essere rieletto e che avrebbe dovuto avere il coraggio di fare col suo governo quello che invece declamava solo a parole. Reagì allora vendendo la mia testa ai deputati dell’ARS ed oggi con una patetica quanto mefistofelica rappresaglia, alla quale sono costretto a reagire querelandolo.
Provo sempre una certa pietas per quanti si mostrano irriconoscenti o dolosamente smemorati, e penso infatti a quando quel 16 luglio del 2016, ospitandolo per 11 ore presso il mio studio, mentre era in preda alla disperazione per la inquietante telefonata sul Giudice Borsellino, gli impedii di lanciarsi dal balcone giacché voleva togliersi la vita; episodio che a tal punto lo colpì da definirmi al Parlamento siciliano come colui che gli aveva salvato la vita.
Avrà il tempo e l’occasione per chiedermi scusa!

Un Amico ci conferma che è tutto frutto di un particolare strabismo di Beppe Lumia, la comitiva del Bernini, che colpisce fino ad oggi.