di iena Marco Benanti.
Intervista ad un uomo, ex sindaco di Vittoria, che ha vissuto le dinamiche reali e non mediatiche della “macchina giudiziaria” del Belpaese. Una vicenda vergognosa, specchio di un paese ridicolo e pericoloso, animato da “tifoseria da stadio”. E dove la verità stenta sempre ad emergere.
Moscato, ci racconta le fasi essenziali della sua vicenda?
La sua vicenda come si può definire?
“Un maledetto imbroglio. Un imbroglio che mi ha distrutto la vita, che ha fatto soffrire i miei familiari e amici, che ha investito una comunità politica, che ha privato Vittoria del suo sindaco democraticamente eletto, che ha gettato fango su Vittoria e la sua gente. E’ stato tutto un grande bluff per portare alla distruzione la mia figura e la mia amministrazione perché avevamo rotto un sistema di potere che durava da 40 anni e avevamo portato una ventata di cambiamento non solo a Vittoria ma anche in altre realtà”
Quali attori- diretti e/o occulti- hanno avuto un ruolo in questa storia?
“Da oggi è quello che cercheremo di comprendere. Di certo il mio avversario al ballottaggio, e adesso sindaco, che brindava allo scioglimento del Comune e che ha riottenuto una vittoria insperata nel 2021, dopo anni di sconfitte, ha tratto enormi benefici dalla vicenda cavalcandola politicamente e umanamente con cattiveria rivoltante. Una vittoria che non avrebbe ottenuto senza lo scioglimento. Poi ci sono anche personaggi politici e giornalisti sui quali deve essere fatta luce così come l’ha fatta la commissione regionale antimafia, a guida Fava, sugli scioglimenti di Scicli, Siculiana e altri Comuni. Abbiamo le carte, le assoluzioni e oggi inizia la ricerca della verità. Sappiamo bene chi ha governato l’antimafia e chi ha spadroneggiato in quel periodo negli anni di Montante e tutto questo sottobosco parteggiava per il mio avversario, come dimostrato dalle intercettazioni del processo”.
Come valuta il comportamento complessivo della magistratura?
“La sentenza dimostra che sono completamente innocente. Rispetto il lavoro dei magistrati e ho sempre avuto come stella polare la sacralità delle istituzioni. Chiesi il rito abbreviato proprio perché conscio della mia innocenza e volevo tornare a testa alta tra la mia gente. Chi ha eseguito le indagini, fatto conferenze stampa ove venivo dipinto come un criminale, chi ha compiuto grossolani errori messi neri su bianco di certo dovrebbe poter ripensare al suo operato e alle conseguenze vissute da famiglie e cittadini. Anche i magistrati sono degli esseri umani e possono sbagliare ma se penso che se qualcuno ha fatto carriera calpestando la vita di gente perbene mi rendo conto che il sistema è malato e penso che questi soggetti mortifichino il lavoro immane, serio e irreprensibile di migliaia di magistrati”.
Chi le è stato vicino e chi invece ha preso le distanze da lei in questi anni?
“Tantissimi mi sono stati vicini. La famiglia, la mia comunità politica che mi ha sempre manifestato sostegno anche quando venivo presentato come una sorta di appestato. Anche esponenti politici di compagini da me distanti hanno sempre solidarizzato con me come uomo perché conoscevano la mia integrità e il mio modo di agire e anche il Partito Radicale ha svolto un ruolo encomiabile per fare conoscere storie come la mia e ce ne sono purtroppo molte. Mai nessuno mi ha tradito ma so benissimo come funziona la politica e so che adesso ci sarà il salto sul carro del vincitore, perché adesso sono io il vincitore e la reazione dei miei concittadini in queste ore è stata clamorosa: migliaia di persone mi hanno fermato per strada chiedendomi di tornare al mio posto, al governo della città dove ero stato eletto legittimamente e disarcionato da una manovra di palazzo. La reazione dei vittoriesi mi ha commosso. Chi ha preso le distanze non merita commento, chi è scappato non lo critico…so che molti torneranno”.
Chi pagherà per quanto accaduto?
“Bella domanda che lascia presagire una amara verità. Ho pagato io, con il sangue e con le lacrime. Hanno pagato i vittoriesi, ha pagato la mia famiglia, la mia comunità politica che però non si è mai arresa. Se qualcuno mai pagherà questo non lo so, posso solo dire che faremo di tutto per accertare la verità di ciò che accadde in quegli anni e la vicenda non è finita qui. Questo scandalo della storia italiana non deve passare sotto silenzio. Il mio obiettivo è ridare dignità alla citta e ai soggetti ingiustamente denigrati e colpiti in questi anni”
Farà ancora politica?
“Dallo scioglimento decisi di non fare più politica perché volevo attendere che la mia posizione fosse chiarita. Non volevo mettere in difficoltà la città, la comunità politica, il partito. Oggi finalmente ciò è chiarito anche se di certo non ho più quella gioia che mi pervadeva sin da ragazzo perché mi hanno strappato la fiducia in certi capisaldi che io, da uomo cresciuto con l’esempio di Paolo Borsellino, avevo sempre introiettato dentro me. Anche Borsellino venne deluso dai suoi colleghi e da esponenti delle istituzioni così come Falcone che fu isolato e osteggiato anche se tutti oggi lo dimenticano. Sono due figure mitiche e sacre. Io sono semplicemente un uomo che ha cercato di dare qualcosa alla sua comunità e che ha subito una punizione enorme senza aver commesso nulla. Però il desiderio di tornare ad essere utile c’è e ringrazio Fratelli d’Italia, partito che ho contribuito a fondare in Sicilia e a far crescere, per il sostegno che mi ha sempre fornito. Tornerò a battermi per i miei ideali, a testa alta e adesso si riparte con la convinzione della correttezza del mio operato politico e amministrativo. Riparto perché lo devo alla mia comunità politica, alla città, al territorio”.