31 marzo 2024

BUONA PASQUA TOTÒ

 


In questi giorni assistiamo con sempre maggiore frequenza a dirigenti della Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro polemizzare con leader politici, maggiorenti di vari partiti, candidati alle europee, talvolta con modalità e termini che lasciano quanto meno stupiti, demonizzando le argomentazioni di chi vede nel rinnovato impegno politico di Totò Cuffaro, e del suo storico gruppo della sua “happy Family”, una pagina non felice della storia politico istituzionale della Sicilia. 

Indubbiamente la NDC, pur aspirando ad essere l’erede della Democrazia Cristiana è e rimane il partito di Totò Cuffaro, uomo che per la sua storia, sia politica che giudiziaria, ha fatto parlare molto di sé, soprattutto in negativo. Potremmo dire prevalentemente in negativo visto che basta fare un giro tra i social, su internet, e tra i giornali on line, per constatare che ha lasciato molto più il segno la sua condanna che il suo impegno politico che l’ha preceduta (nonostante sia innegabile che politicamente rimane un uomo carismatico).

Del resto la condanna comminatagli delinea un quadro di connivenze politico mafiose (favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio) indubbiamente discutibili, soprattutto considerato che i reati contestati afferiscono al periodo in cui Totò Cuffaro occupava un ruolo di primo piano nella politica regionale, essendo Presidente della Regione Siciliana.

Non vogliamo però infierire anche noi. Ma non possiamo non ricordare agli amici della NDC che il Presidente della Regione Siciliana, ai sensi del vigente Statuto, provvede al mantenimento dell'ordine pubblico a mezzo della Polizia di Stato che, all'interno della Regione, dipende dal Governo siciliano. Ed anche che è conferita al Presidente la facoltà di proporre istanza al Governo centrale volta alla rimozione e al trasferimento fuori dall'Isola dei funzionari di Polizia. Poteri che, ancorché disapplicati, attribuiscono comunque alla figura del Presidente della Regione Siciliana un ruolo ed una responsabilità, in termini di legalità, notevolissimi.

E non possiamo nemmeno dimenticare che il Presidente On. Piersanti Mattarella è morto, ucciso per mano mafiosa, per rispettare il ruolo istituzionale che ricopriva, durante il suo mandato, e per avere cercato di dare una svolta in senso legalitario alla Sicilia opponendosi ai tentativi di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni regionali.

Orbene in questo quadro, il ritorno di Totò Cuffaro alla vita politica attiva, ancorché legittimo, non è proprio un esempio da osannare, e nemmeno una scelta da poter difendere ad ogni costo. Il suo ritorno al pieno godimento dei diritti civili e politici non necessariamente lo riabilita esaustivamente, quanto meno sul piano etico e morale, rispetto a quanto accaduto. E la sua vicenda politico giudiziaria, in contrasto alla storia di chi è morto per fronteggiare il tentativo di infiltrazioni mafiose nelle istituzioni, non lo esime da chi critica il suo diritto di fare politica.

Detto ciò crediamo che Totò Cuffaro non sia l’unico politico responsabile di comportamenti censurabili e di frequentazioni discutibili, ma indubbiamente la sua storia ha lasciato una ferita alla Sicilia ed ai siciliani che difficilmente potrà rimarginarsi. Tra l’altro se è vero che ha pagato per le sue colpe e scontato la sua pena con dignità non significa che abbia contribuito a destrutturare il sistema politico di cui è stato artefice e che abbia inciso per liberare il sistema da chi ha alimentato e sostenuto connivenze (lo dice la sentenza di condanna) con ambienti di dubbia moralità se non addirittura ambienti criminali. 


Conseguentemente pur avendo Totò Cuffaro diritto a tornare a fare politica, esistono ragioni di opportunità per cui il suo ritorno inevitabilmente alimenta polemiche e strascichi, che difficilmente potranno placarsi. Soprattutto quanto al suo fianco riprendono vigore altri personaggi, politici e maggiorenti, con la sua stessa storia e responsabilità, e talvolta con inchieste incombenti e condanne, che dalla sua battaglia e dalle sue iniziative si sentono legittimati a poter riprendere in mano le rediti del potere. Perché indubbiamente la politica, in Sicilia più che nelle altre regioni, è potere, è scelte clientelari, è designazione di persone in ruoli di responsabilità, è influenza nelle scelte di governo della Regione. 

Ed allora inevitabilmente non si può che diventare bersagli ed oggetto di polemiche, alimentate soprattutto da chi non ritiene, legittimamente, di rispecchiarsi nella storia politico istituzionale di Totò Cuffaro.

Vorremmo quindi suggerire agli amici della NDC maggiore prudenza e pacatezza. Del resto se hanno scelto di condividere il nuovo corso politico di Totò Cuffaro & C. devono consapevolmente accettare di poter essere oggetto di polemiche e di godere di attenzioni particolari da parte di chi non crede nella completa ed esaustiva redenzione del leader maximo e della sua squadra.

Piuttosto se veramente credono nel progetto politico del neo partito, e se vogliono bene al loro leader, si impegnino a selezionare al meglio i loro dirigenti, tenendo lontani dalla istituzioni e dalle leve del potere persone discusse e discutibili, che non si sono discostare da atteggiamenti e comportamenti che inevitabilmente possono condurre a questa attenzioni. 

Del resto se si vuole dare un contributo per migliorare le istituzioni e la società lo si può fare comunque facendosi portavoce del soddisfacimento di istanze generali, senza necessariamente alimentare clientele o favorire esigenze di parti.  Lo si può fare facendo sentire sempre più forte la voce dei più bisognosi, dei fragili, degli emarginati, proponendo iniziative giuste, disegni di legge efficaci, efficientamento dei sistemi, senza necessariamente aspirare al potere per il potere. Lo si può fare formando ed educando una nuova classe dirigente, competente, indipendente da influenze, specchiata, lontana da quelle logiche discutibili e mAlsano. 

Al mitico Totò Cuffaro, nell’augurare una serena Pasqua e Pasquetta, suggeriamo di mettere la proprie esperienza, competenza e capacità, ma soprattutto le proprie conoscenze del sistema Sicilia, al servizio delle istituzioni, in maniera differente, al fine di contribuire ad estirpare il mal costume e cattive abitudini, per ridare alla Sicilia ed ai siciliani una vera opportunità di riscatto e di rilancio, affrancandosi da vecchi e stantii sistemi di potere che ci hanno condotto allo stato attuale e che al momento non ci offre un ben che minimo obiettivo di svolta rispetto a ciò che è stato e che vorremmo non fosse più. 

Forse allora la redenzione e riabilitazione di Totò Cuffaro potrebbe considerarsi completa ed un suo ritorno alla politica potrebbe essere considerato da tutti apprezzabile.