«Gli strumenti del Siru, del programma Fers della Regione Sicilia, l’Aggregazione Urbana Ragalna Paternò sono un’occasione da non perdere e da non disperdere ma serve cinismo e lucidità . Serve una visione strategica condivisa e visibile a tutti. Serve trasparenza e il coinvolgimento vero della nuova gioventù, degli intellettuali, dei professionisti, e di quell’imprenditoria viva e sana che questo territorio possiede. Non servono i vecchi sistemi, le furberie di un tempo, lo sciacallaggio e lo sfruttamento che ha impoverito la terra di Ragalna e non solo. Non servono il Gatto e la Volpe che a oggi sono il grande pericolo per Ragalna: questi mascherati potrebbero rovinare tutto.
Chi ha responsabilità dirette e rappresenta l’Ente Intermedio sappia riconoscere i virus che potrebbero infettare, anche per evitare che la mela di Ragalna o l’arancia di Paternò si trovino ad avere il verme dentro la polpa». Così finiva un articolo di Francesco Finocchiaro pubblicato su (link👉) il Corriere Etneo.
Tutto va avanti però nel silenzio delle istituzioni territoriali. Ma si rimane in attesa della decisione di alcuni cittadini, imprenditori, associazioni di entrambi i comuni interessati, di presentare un esposto agli autorità competenti, formalizzando tale decisione prima che spiri agosto e con esso la possibilità di adire al bando, che viene come dire, velato dietro una cortina fumogena e teatrini vari, senza un confronto serio, aperto, trasparente tra le parti. Noi che facciamo la cronaca critica (anche scanzonata) rimaniamo in attesa di ulteriori eventi. Ciaone!