Abbiamo trovato sui social il seguente post, del quale omettiamo ovviamente l'autore.
Una riflessione, nel momento in cui si catapultano gli pseudo-rappresentanti dei territori per un seggio romano, è doverosa.
Partiamo da lontano. Il piano strategico della città metropolitana di Catania, compreso quello sulla mobilità - elaborati e in corso di rifinitura, durante la gestione di Salvo Pogliese come Sindaco metropolitano – fotografa le contraddizioni politiche di questo territorio. La mancanza di un organo intermedio tra città e regione – l’ex provincia - appare oggi una delle cause principali di queste contraddizioni. Salvo Pogliese ha promosso una visione più Catania-centrica a discapito dei territori vicinali.
Acireale, Paternò, in questo processo di pianificazione hanno raccolto solo briciole sparse senza una visione unitaria e strategica di sviluppo del territorio. Non sono state ascoltate molte voci della società civile e delle associazioni.
Oggi di fronte al dilemma della scelta dei rappresentanti politici serve una riflessione. Continuare con un modello Catania centrico oppure puntare sulla visione più ampia della città metropolitana? Il primo schema ha mostrato tutti i suoi limiti il secondo offre la possibilità di rigenerare le perifericità del territorio.
Cosa ha prodotto la politica dell’ex sindaco Salvo Pogliese alle città principali della provincia di Catania?
Si parla di una candidatura di Basilio Catanoso per rappresentare questo territorio (Paternò-Acireale) ma questi nel contempo rappresenta la politica di continuità rispetto a quel modello (Pogliese) che ha fallito. Allora bisognerebbe guardare oltre, verso scenari più inclusivi e diffusivi. La politica ha il dovere di rappresentare le istanze del territorio e non solo di una parte di esso.
Catania deve sapere guardare oltre e servono politici che rappresentino queste nuove istanze.