06 marzo 2022

🎣 PATERNÒ: LA RIVOLUZIONE È CONSERVAZIONE? Liturgie immarcescibili.

 


Cinque anni fa doveva essere “RIVOLUZIONE”, ma questa non c’è stata. Per la verità non c'è stata mai nei decenni. Adesso c’è una scelta di maturità da fare. Quale modello di città? Quale visione mettere in campo? Paternò oggi appare una città amorfa, senza anima. Questa la sensazione che il cittadino riceve, il quale dovrà scegliere tra il meglio e il meno peggio. 

Gli aspiranti sindaco di Paternò finora non hanno comunicato quale sia il modello città che propongono (aspettiamo?), ma neppure con chi vorrebbero iniziare la cavalcata. Tutto è incentrato sulle ricetta ottimale da cucinare per la composizione delle coalizioni, ma anche sulle composizioni di liste e listarelle. 

Un puzzle complicato, assolutamente influenzato dalle incombenti elezioni regionali. Tant’è che mai come ora gli “influencer” politici di primo e secondo piano “tutti venuti da fuori e mai generati da qui” irrompono sulla città, muovendosi nella prospettiva del raccolto autunnale personale. 

E la “complicazione si complica” ancor di più, quando i singoli candidati al consiglio annaspano alla ricerca di una lista solida, tale da far scattare il seggio, ma non troppo competitiva se questo dovesse presumere competitor più forti rispetto alla propria consistenza elettorale. Una ricerca paranoica. L'errante ricognizione  per il proprio posto al sole che muta, ad horam, non solo tra le liste della coalizione, ma anche tra le coalizioni. Questa la qualità dei giocatori. Poi ci si mettono anche i tre “mariachi” che con il loro canto ammaliatore giocano  a rubamazzetto. 

Il silenzio sui contenuti è d’oro per non scontentare alcuno. Quindi il grido di speranza si infrange su questo postulato. Oggi leggevamo, da altra parte: «Chissà cosa diranno, se ne avranno il coraggio, sulla riorganizzazione della macchina amministrativa? Argomento che forse è meglio non affrontare, troppi amici in campo. Chissà cosa diranno sul modello di gestione dell’acqua, quando dovranno confrontarsi con le pressioni delle lobby interessate? Chissà cosa diranno quando dovranno esprimersi sulle questioni della mobilità quando troveranno disegni già consolidati che faranno resistenza al cambiamento? Chissà cosa diranno quando dovranno parlare di Piano di Protezione Civile e Piano Regolatore Generale quando scopriranno che qualcuno li costringerà a seguire l’onda che dal 2008 condiziona ogni cosa? I candidati dovranno dimostrare la capacità di comprendere le criticità evidenti e quelle sommerse, distinguere gli alleati sinceri dai portatori d’interesse trasversale, dovranno capire, per immaginare una possibile strategia. Insomma per adesso sono al buio e preferiscono restarci. Vediamo di capire chi sono i compagni di viaggio perché qualcuno ha un biglietto ‘open’ e può cambiare la destinazione in qualsiasi momento. Speriamo che qualche candidato non si trovi solo nella carrozza del treno verso il nulla.»

E certamente questi sono temi da valutare.