«Il meccanismo, tipico della truffa sentimentale, prevede che tu riceva una richiesta di amicizia su Facebook da parte di qualcuno che appare piacione» racconta Bonino. «Nel mio caso si trattava di un signore italiano, un professionista o sedicente tale...
Quindi tu inizi a scrivergli, passando nel giro di alcuni giorni dal saluto del mattino a vari messaggi al giorno, dalle informazioni generali alle confidenze sulle proprie vite, anche via chat». Per di più, i messaggi sono finalizzati a «farti sentire bella, ascoltata, desiderata» aggiunge.
«Così, quando a un certo punto il tuo lui incappa in una serie di problemi, dal fermo amministrativo, ai problemi di salute, si dichiara solo e disperato, ha bisogno che gli mandi un po’ di soldi... e tu sei già senza difese».
La tecnica messa in atto, prima della vera e propria richiesta di denaro è quella del “LOVE BOMBING”, un termine coniato per illustrare il plagio. «La vittima viene messa al centro di una girandola di attenzioni affettuose» spiega Caterina Signa, neuropsichiatra e vicepresidente di DiAction, associazione vittime di conflitti familiari.
«Oltre a farla sentire unica, si condividono i suoi valori e sogni, generando in lei una sensazione di euforia simile all’eccitazione data dalla droga. Quando siamo innamorati, attiviamo le stesse aree del cervello più arcaico, detto rettiliano, di quando assumiamo stupefacenti. Così, anche se capiamo che non è possibile che il nostro partner non abbia parenti che possano prestargli denaro al posto nostro, ne siamo “dipendenti”: la parte emotiva prevale su quella razionale».
Perfino quando la truffa è palese, prima la sentimentale che è propedeutica a volte a quella materiale, in tante non riescono a crederci.
«È una sorta di “sindrome di Stoccolma” (dipendenza psicologica di chi è vittima di violenza fisica, verbale o psicologica, ndr)» nota Bonino. «Ecco perché, nei 3 mesi dalla scoperta dell’imbroglio che la legge prevede per sporgere denuncia, tante tacciono. Sono ancora infatuate».
Non mancano quelle che addirittura ci ricascano, anche lo stesso ladro di sentimenti: hanno un profondo bisogno di credere in questo tipo di inganno.
A scanso di facili ironie, va chiarito che non si tratta necessariamente di persone sprovvedute o casalinghe annoiate: vengono truffate manager, docenti universitarie, perfino psicologhe. «Il fatto è che tutti desiderano sentirci speciali, per qualcuno. E nei momenti di fragilità, quando si è soli o si è chiusa male una relazione, è quasi inevitabile caderci» ragiona Caterina Signa.
Certo, prima di donare i propri sentimenti a uno sconosciuto, è bene effettuare alcune verifiche. «Il danno peggiore di questa truffa non sta nella perdita economica, né nella vergogna ad ammettere davanti agli altri che ci si è fatti turlupinare» riconosce Maria Grazia, 50 anni, assessore ai servizi sociali in un comune lombardo. «Anche chi, come me, non vuole per forza una relazione, ha un matrimonio alle spalle e una vita piena di impegni, sogna un nuovo inizio, vuole sentirsi ancora bella e “viva”. A differenza degli uomini che mi capita di conoscere, che non si profondono in galanterie e magari spariscono dopo qualche messaggio, il mio partner virtuale per mesi mi ha colmato di complimenti, mi ha ascoltato e mi ha perfino mandato fiori e regali». Per questo motivo l’inganno è così irresistibile, e la vittima tanto prostrata allo scoprire che dietro un profilo non c’è quello che si è immaginato: «Il mio “innamorato” mi aveva ridato la fiducia nelle sorprese che la vita può regalare» confida Maria Grazia. «Riconosco che i mesi del corteggiamento sono stati tra i più belli della mia vita».
Tutelati, tenendo traccia di tutte le chat e di eventuali pagamenti. Serviranno eventualmente a denunciare la truffa.