Non c' era alcun dubbio la condanna c'è stata, ma le motivazioni, però, erano di un altro imputato. Quattro mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale. Ma un po' di tempo dopo, quando i giudici hanno consegnato il documento dove spiegavano il perché e il percome avevano deciso di dichiarare la sua colpevolezza, è arrivata la sorpresa: l'incartamento riguardava un' altra persona, un' altra vicenda, un altro reato.
Non è la prima volta che i giudici, in Italia, compiono errori simili. Più grave del caso di Torino è stato quello che ha riguardato la Corte d' appello di Venezia. Il 6 luglio scorso un avvocato aveva ricevuto via pec le motivazioni di una sentenza relativa a un processo che il legale avrebbe dovuto discutere lo stesso giorno. Motivazione che, tra l' altro, erano il copia incolla di un altro verdetto dei magistrati del 2016.