15 novembre 2020

CATANIA: UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE CHIUSO E TRA I GIUDICI VOLANO GLI STRACCI

 

Con un molto discutibile provvedimento il Presidente del Tribunale di Catania “ chiude “ per l’emergenza Covid gli uffici del Giudice di pace di Catania, organo che garantisce la giustizia di prossimità’. Discutibile perché la situazione degli uffici di via Renato Imbriani e’ certamente paradisiaca rispetto a quella di costante e pericolosissimo assembramento che si verifica quotidianamente (vedi foto) 

proprio nel Tribunale di Piazza Giovanni Verga e nel tribunalino di via Crispi per come e’ stata descritta da documentazione fotografica riportata persino sulle testate giornalistiche nazionali. Il provvedimento che sospende le udienze “con decorrenza immediata e fino a nuova disposizione” parrebbe aver suscitato un putiferio tra i Giudici di pace, facendo riemergere conflittualità interne mai sopite, con scambi di accuse reciproche sulle cause che hanno indotto il Presidente Mannino a decretare la chiusura. A stare contemporaneamente “ sul banco dell’accusa e su quello degli imputati” è la dott.ssa Laura Milazzo (in foto) 

e due suoi fedelissimi Salvatore Corsello e Beatrice Ranieri. Vittime degli strali dei tre il resto dei giudici di pace di Catania che proprio grande fiducia e simpatia non nutrono nei confronti della triade che sembrerebbe accusata di sostituirsi alle legittime rappresentanze di categoria nella interlocuzione istituzionale con il Tribunale. 

Abbiamo cercato con l’aiuto di alcune fonti confidenziali di capire cosa sia realmente accaduto per spiegare ai cittadini catanesi il perché da Lunedì saranno privi di un importantissimo presidio giudiziario. Tentiamo quindi di ricostruire i fatti. Venerdì 13 ( che data!) sulla pagina Facebook “ Tribunale di Catania” di cui è animatrice l’avv. Monica Foti appare un post dell’avvocato Petronaci 







ed un altro dell’avvocato Maria Grazia Rabuazzo.

Dai post risulta evidente che le critiche degli avvocati erano dirette alla inidoneità dei locali e, sostanzialmente, a chi in questi mesi aveva il compito di provvedere a trovare soluzioni di tipo logistico ed e’ stato sei mesi con le mani tra le mani a rigirarsi i pollici. Vi erano, pure, rilievi al fatto che un giudice non avesse scansionato temporalmente le udienze ed un altro si fosse limitato ad indicare fasce orarie per una pluralità di processi. Tutto tranne che un attacco frontale degli avvocati ai giudici di pace. Chi legge con obiettività non può non intuire che, probabilmente, l’attacco era diretto proprio nei confronti di colui ( la legge dice chi è ) che deve occuparsi della agibilità degli uffici ed, invece, in questi mesi, non se ne è proprio occupato.

La situazione degli uffici doveva essere di spinta alla massima coesione dei giudici di pace chiamati ad assolvere la loro funzione in una situazione di grave esposizione a pericolo. Invece, incomprensibilmente la Troika Milazzo, Corsello, Raineri,  scagliarsi contro i colleghi accusandoli di essere stati loro la causa di quella chiusura di ufficio che, oramai, andava delineandosi. 

“Non consentiamo che per colpa di tre ritardatari possano andarci di mezzo tutti” (Milazzo) questo, sostanzialmente, il loro anatema. “Che costoro si autodenuncino al presidente!” (Ranieri) “Che facciano un esame di coscienza” (Corsello).

Certo che alcuni comportamenti della dottoressa Milazzo (sempre in foto) 

hanno attirato le attenzioni dei colleghi che avvertono la necessità di chiarimenti.

Infatti proprio sulla pagina Facebook in cui erano apparsi i post sopra evidenziati la dottoressa Milazzo interviene con una serie di post in cui loda se stessa e non e’ troppo tenera con i propri colleghi. 

Ne riportiamo alcuni:

“Gianluca Floridia infatti ci è stato imposto di fare udienza con orario per ogni singolo fascicolo. In modo da evitare file di avvocati nei corridoi. Io sto cercando di rispettare orario e talvolta se gli avvocati non sono pronti chiamo il fascicolo successivo in modo da non creare assembramento. Ho sforato solo di 5 minuti e solo 2 volte. In alcune udienze ho anche anticipato. È questione di organizzazione di ogni giudice perché se tutti rispettiamo orari e chiamata non c'è necessità di chiudere. Ma deve essere richiamato il singolo collega che non si attiene rigorosamente alla regola della chiamata oraria per ogni singolo fascicolo. I nostri uffici per restare aperti non consentono altro.” 

Ed ancora: 

Certamente la dottoressa Milazzo e’ pienamente legittimata ad esprimere la propria opinione (magari non violentando la lingua italiana ed usando i tempi verbali appropriati “rispettassimo” e    “ fissassimo”) ma ci si lasci, in democrazia, esprimere le nostre perplessità circa l’attivismo di un magistrato, istituzionalmente tenuto al riserbo,  su una pagina social di avvocati. Specie se si giunge a pretendere il nome ( anche in via riservata su Messenger🤣🤣🤣🤣) dei propri colleghi inadempienti











Siamo ancora più precisi. E lo possiamo essere seguendo la successione dei post sulla pagina “ Tribunale Catania”:

l’avv. Serena Mavica chiede a Monica Foti se la problematica e’ stata discussa da consiglio dell’ordine e se si è fatto prendere consapevolezza al presidente del Tribunale: 

Monica Foti, consigliere dell’ordine, risponde in maniera lapidaria: 

dando poi, dopo tre ore, la notizia che il Presidente del Tribunale aveva disposto la chiusura degli uffici del Giudice di pace 


Ma su quali indicazioni (e, sopratutto, fornite da chi?) il consigliere Monica Foti aveva sollecitato il consiglio dell’ordine e poi, tramite esso, aveva raggiunto la “consapevolezza” (su cosa?) del presidente Mannino ? 

Certo che qualche ora prima sullo stessa pagina Facebook e sullo stesso post era successo qualcosa di inusuale ..... 

La dottoressa Milazzo ( intervenendo sull’argomento) tiene a precisare all’avvocato Foti che sono alcuni giudici di pace (non lei ) a non rispettare il protocollo

e poi sempre all’avvocato Foti dice di averle mandato un messaggio in privato


Sarà forse una mera coincidenza, ma dopo questa corrispondenza “ privata” tra la Milazzo e la Foti cambia completamente il tenore dei commenti al post da parte di alcuni avvocati che, adesso, non sono più diretti contro la situazione logistica degli uffici ma contro singoli giudici di pace ( non nominati) nei cui confronti vengono addirittura richiesti provvedimenti disciplinari. Così l’avv. Emanuela Scuderi:

Per molti giudici di pace la misura è colma: COSA HA DETTO LA “ COLLEGA “ LAURA MILAZZO ( che su alcuni di loro in chat aveva cercato di riversare la responsabilità della chiusura dell’ufficio) ALL’ AVVOCATO FOTI, QUALCOSA TANTO DELICATA DA DOVER RIMANERE IN PRIVATO E DA NON POTER ESSERE PUBBLICATA E CONOSCIUTA DA TUTTI ? 

Certo che l’atmosfera all’interno dell’ufficio del giudice di pace di Catania, dopo questi fatti e’ divenuta davvero pesante.

Ma alla fine la chiusura degli uffici ha fatto contenti gli avvocati o e’ stato solo “tanto rumore per nulla”? Assolutamente no! I giudizi sono trancianti, ne riportiamo alcuni:


L’avv. Simona Mezio segnala che i problemi sono al Tribunale e non al Giudice di Pace

Altri vogliono la revoca immediata del provvedimento 



Insomma non proprio un grande successo per la coppia Milazzo/Foti: arrabbiati gli avvocati colleghi della Foti, arrabbiati i giudici di pace colleghi della Milazzo che adesso pretendono di sapere cosa le due si siano dette privatamente. In tutto ciò chiude sine die un fondamentale presidio di giurisdizione della città di Catania. E ciò sembrerebbe perché qualcuno ha tentato, maldestramente, di tirare un colpo basso ai propri colleghi. Complimenti!!

Ci permettiamo un suggerimento per la dottoressa Milazzo al fine di svelenire il clima che si e’ creato in ufficio (a causa di chi? copiando le parole del Corsello sarebbe utile che qualcuno faccia una seria riflessione): PUBBLICHI GLI SCREEN SHOOT DEL MESSAGGIO SCAMBIATO CON L’AVVOCATO FOTI COMPIENDO COSÌ UNA GRANDE OPERAZIONE DI VERITÀ ED ONESTA’ INTELLETTUALE.

“ Qualcuno si è tirato da solo la zappa sui piedi!” “Se fosse vero quello che è scritto nel decreto circa la pericolosità dei locali, ci sarà qualcuno che dovrà risarcirci i danni per averci fatto lavorare esponendoci a gravi rischi”, afferma qualcuno. Insomma MALA TEMPORA CURRUNT ET PEIORA PARANTUR!