di Pietro Ivan Maravigna
Una privilegiata “nobildonna” (della nobiltà delle raccomandazioni) catanese sempre a caccia di poltrone politiche si e’ indispettita perché ho pubblicato un post in cui attaccavo il marito, ex potente di questa città che, cercando di rimanere in sella dopo un‘inchiesta giudiziaria per fatti gravissimi, (per i quali una persona con un po’ di pudore si vergognerebbe ad uscire da casa) si pavoneggiava sul giornale locale per una elezione a capo di una lobby avvenuta nel segno della tradizione familiare e del trapasso generazionale. La “nobildonna” mi definisce un ingrato ( in verità senza mai citarmi come parimente allude sarcasticamente a
Marco Benanti
uno dei pochi giornalisti liberi di questa città ). Ho fatto mente locale per cercare di capire in quale occasione potessi essere mai stato beneficiato atteso che non conosco ne’ lei ne’ il suo inquisito marito. Leggendo il suo post ho compreso che la mia ingratitudine era rispetto a quanto lei e il suo Magnifico coniuge fanno ogni giorno, nel mondo sanitario, per la collettività catanese. QUANTA IMPUDENZA! QUANTA ARROGANZA! QUANTA VOLGARITÀ! Ingrato in quanto catanese non riconoscente. Nel concludere il suo post la “nobildonna” mi augura di stare sempre bene in salute per poter “avere la mano sempre ferma e salda sulla tastiera del computer”. Le dico che se un giorno fossi cagionevole di salute e gli unici medici a disposizione fossero lei ed il marito, atteso quello che ho sentito dire in giro ( sicuramente da gente invidiosa), stia tranquilla: piuttosto mi rivolgo allo sciamano!