Il governo non riesce a spostare le scadenze del 20 luglio al 30 settembre. Se ne rende conto chiunque che la causa può solo essere una: la cassa è vuota e non ci sarebbero i soldi per pensioni e stipendi.
Già arrivano in redazione segnalazioni di Enti pubblici e privati che hanno accreditato gli stipendi con ritardo. Questo potrebbe essere il primo segnale di qualcosa che sta per saltare e se salta salta per tutti. Se lo Stato non avrà le risorse per pagare gli stipendi partirà ovviamente dal tagliarli un po’ a tutti, fino a giungere al non accreditamento. Questo, ovviamente, è un futuro possibile, ma si spera scongiurabile.
Serve ancora ossigeno per mantenere in vita l’Italia dopo il dramma dell’epidemia e il conseguente blocco delle attività produttive. Almeno 20 miliardi: 6-7 servono per prorogare fino alla conclusione dell’anno la cassa integrazione che arriva all’esaurimento in agosto; altri 4-5 saranno necessari per ristorare le casse dei Comuni e delle Regioni in prima linea durante l’emergenza. Ecco che il rischio stipendi delle pubbliche amministrazioni è reale.
Serve ancora ossigeno per mantenere in vita l’Italia dopo il dramma dell’epidemia e il conseguente blocco delle attività produttive. Almeno 20 miliardi: 6-7 servono per prorogare fino alla conclusione dell’anno la cassa integrazione che arriva all’esaurimento in agosto; altri 4-5 saranno necessari per ristorare le casse dei Comuni e delle Regioni in prima linea durante l’emergenza. Ecco che il rischio stipendi delle pubbliche amministrazioni è reale.