Rimaniamo esterrefatti nel leggere le dichiarazioni con cui talune semisconosciute associazioni dalle variopinte denominazioni ( “Voglio cantare”, “Valentina e Carmelo del giovedì” “Catania bene comune” etc. etc.....alla fine la sensazione è che siano più le sigle che i reali firmatari) intonano lai, ditirambi e zagialesche al fine di indurre il Sindaco di Catania a sospendere l’esecuzione dell’ordinanza di sgombero dell’area privata di piazza della Repubblica, da quasi un
anno abusivamente occupata da extracomunitari privi di certa identificazione e di certa nazionalità, finalmente e tardivamente adottata da un’amministrazione comunale con scarsa attenzione verso le condizioni e la qualità della vita dei residenti del quartiere.
Si rimane increduli nel leggere come tali associazioni invochino piuttosto l’intervento di servizi sociali e di supporto psicologico per i destinatari dell’ordinanza. Gli stessi vengono “ esteticamente” definiti “senza tetto”.
E’, davvero, la definizione esatta? Noi residenti taluni di quei soggetti li abbiamo visti di recenti in foto sui giornali, tratti in arresto per gravi fatti delittuosi posti in essere proprio nel quartiere di corso Sicilia.
È gia caduto nel dimenticatoio l’episodio di Agata la 14enne catanese rintracciata, costretta in schiavitu’ da un rumeno, proprio in una tenda dell’accampamento da sgomberare?
Per noi CHI COMMETTE UNA RAPINA È UN RAPINATORE, NON È UN SENZATETTO, CHI SPACCIA È UNO SPACCIATORE NON È UN SENZATETTO, CHI COSTRINGE UNA DONNA ALLA PROSTITUZIONE È UNO SFRUTTATORE NON È UN SENZATETTO!
Di supporto psicologico ne avremmo bisogno noi residenti che non possiamo uscire da casa dopo il tramonto, costretti ai più vomitevoli miasmi, alla visione delle scene più assurde e sconvolgenti, alla convivenza con stili di vita che nulla hanno a che vedere con la civiltà.
Quest’ordinanza di sgombero, da eseguirsi con la massima sollecitudine, è solo un primo passo ma importante per noi cittadini perché ci fa riavere quella fiducia che avevamo perso nei confronti dello Stato atteso che il quartiere di corso Sicilia sembrava essere divenuta una “no man’s land” su cui l’Italia aveva perso ogni sovranità.
A tal proposito vogliamo esprimere il nostro sentito ringraziamento al Prefetto di Catania, dott. Claudio Sammartino, che ha dimostrato di avere nei confronti della comunità dei residenti quella capacità di ascolto e di comprensione delle esigenze che l’autorità politico/amministrativa non ha mai saputo invece dimostrare.
Pietro Ivan Maravigna
Portavoce Comitato Residenti quartiere Corso Sicilia